Mercati & Finanza

Il Blog di Ida Pagnottella

 

Blog Maggio 2021

Gli investitori vogliono guadagnare e spesso confrontano l’andamento del loro portafoglio con l’indice del mercato azionario, senza tenere conto del fatto che spesso non hanno un profilo di rischio che permetterebbe di effettuare confronti del genere.

Quando il mercato diventa più volatile, perché i prezzi scendono temporaneamente, spesso mi trovo a dover ridurre alcuni investimenti più volatili (che non sono necessariamente i più rischiosi dal punto di vista della sopravvalutazione) per riportare la volatilità del portafoglio in linea con il profilo di rischio del cliente.

Qualche volta i clienti mi chiedono se posso evitare di inviare tali consigli, ma non posso, sono obbligata a ridurre la volatilità a livelli compatibili con il profilo di rischio e l’orizzonte temporale indicato dal cliente. Il cliente invece può decidere di accettare più volatilità, e magari evitare gli investimenti sopravvalutati, dove si nascondono i veri rischi.

In altri termini, il profilo di rischio impone un limite alla volatilità al portafoglio consigliato, mentre non obbliga a consigliare investimenti convenienti. Diversificando si riduce la volatilità, dunque più è prudente il profilo di rischio, più è necessario diversificare su investimenti a loro volta poco volatili.

Nella determinazione del profilo di rischio, l’orizzonte temporale è un elemento fondamentale: è la scadenza media entro la quale si prevede di utilizzare il patrimonio, non è l’ottica psicologica per giudicare l’andamento del portafoglio, come molti credono.

Una volta che il profilo di rischio viene compilato, e l’orizzonte temporale viene stabilito, il portafoglio potrebbe seguire uno di questi andamenti tipici dei 5 profili di base (rischio basso, rischio medio basso, rischio medio, rischio medio alto, rischio alto). È un disegno indicativo fatto da me in base alla mia esperienza professionale.

Si vede come il profilo 1 (rischio basso) è un profilo così prudente che deve investire in strumenti con zero volatilità e dunque con rendimento poco sopra lo zero. Dal profilo 2 (medio basso) è permessa un po’ più di volatilità e questo profilo può ottenere al massimo un rendimento leggermente inferiore al tasso di inflazione medio. Dal profilo 3 (rischio medio) in su è possibile avere un rendimento medio pari o superiore al tasso d’inflazione, però come si vede il percorso è più volatile, cioè i saliscendi sono molto più pronunciati per il profilo 4 (rischio medio alto) e soprattutto per il 5 (rischio alto).

Sotto riporto il grafico dell’argento in dollari dal 2015. Si vede come aveva una bassa volatilità dal 2015 fino al 2019, poi è diventato più volatile. Cioè non ha seguito un percorso di aumenti graduali, ha avuto un andamento dormiente per 4 anni poi è salito di colpo, comportamento tipico delle materie prime. L’oro è rimasto grosso modo agli stessi prezzi di un anno fa, però sappiamo come l’andamento è stato volatile negli ultimi mesi con forti saliscendi.
Il paradosso è che il dollaro, che è debole da molti mesi, è comunque negativamente correlato a gran parte degli altri investimenti, e così finisce per ridurre la volatilità complessiva del portafoglio. È quasi l’unico asset class che oggi ha una correlazione negativa con gli altri mercati, mentre la correlazione tra il mercato obbligazionario e quello azionario cresce da tempo.

Correzione testo del grafico: In questo esempio, vediamo il prezzo dell’argento dal 2015, anno da cui aveva una volatilità bassa. Poi è diventato più volatile dal 2020. Questo cambiamento (il resto è corretto)


 
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