Il ciclo boom bust
2024-05-14 - Ida Pagnottella

Quasi ogni novità di mercato attraversa delle fasi conosciute come il ciclo “boom bust”, che italiano possiamo tradurre come il ciclo di euforia e crollo.
Le manie euforiche, che capitano regolarmente a turno su settori diversi, partono dalle novità di mercato (una nuova tecnologia, un nuovo settore, una nuova moda, ecc.) che attirano un eccesso di entusiasmo da parte degli investitori di massa, e sono agevolate da situazioni in cui i tassi di interesse sono troppo bassi che agevolano investimenti in eccesso nel settore che risultano in un eccesso di offerta.
Quando il settore arriva ad una situazione di eccesso di offerta, perchè troppi hanno investito nel settore, in genere indebitandosi, presto arrivano i fallimenti e poi un crollo delle valutazioni delle imprese del settore.
Alla fine di questa fase, in genere rimangono in piedi poche imprese dominanti, le imprese che non avevano debiti in eccesso e che magari erano entrati presto nel mercato. Nel tempo accade che a causa del crollo del settore, gli investitori perdono interesse in tutte le imprese di quel settore.
Dopo molti anni, le poche imprese sopravvissute alla fase del crollo possono aumentare la propria posizione di mercato, e si ritrovano con una posizione dominante, pochissimo debito , ed utili in forte crescita. Comunque gli investitori in genere evitano di investire in settori che hanno subito un crollo per molti anni, nonostante siano tornati ad essere convenienti, semplicemente perchè sono spesso focalizzati su altre novità di mercato oggetto di nuove euforie. In altre parole, i settori che subiscono un crollo tornano ad essere convenienti, ma diventano fuori moda.

Nel grafico (sotto), ho creato una mappa finanziaria per indicare dove alcuni settori di investimento si trovano attualmente. I settori industriali indicati nella zona a destra del grafico sono quelli sopravvissuti ad un ciclo euforia e crollo in passato, ed hanno spesso valutazioni basse rispetto agli utili, però sono settori in genere ignorati dall’industria finanziaria, in quanto non esistono fondi, ETF o prodotti finanziari che agevolano l’investimento in molti di questi settori.

Uranio come settore post bolla, e l’intelligenza artificiale come esempio di euforia diffusa
Negli ultimi mesi il settore dove l’euforia è più evidente è probabilmente il settore dell’intelligenza artificiale: sono stati creati decine e decine di prodotti di investimento specializzati su questo settore. Nel frattempo ci sono settori di investimento che hanno moltissimo però di cui quasi nessuno parla come le imprese del settore dell’uranio, sopravvissute alla bolla del 2007, che salgono in modo notevole ed hanno utili in forte crescita. I prodotti disponibili per investire nel settore dell’Uranio sono pochissimi infatti, nonostante i rendimenti superiori.
Sulla pagina seguente un confronto tra un ETF del settore intelligenza artificiale in blu e un etf del settore Uranio in bianco da 1 gennaio 2021 al 1 gennaio 2024:
Uranio (in bianco) ed il settore dell’intelligenza artificiale (in blu):

L’S&P500 in particolare contiene diversi settori oggetto di euforia e di sopravvalutazione; qui sotto vediamo il rapporto tra prezzi ed utili delle imprese incluse nello S&P500 negli ultimi 100 anni, e si nota in particolare la sopravvalutazione costante dal 1998 in poi.
Il rapporto prezzo utili dello SP500:

La storia insegna che gli indici “cari” come S&P 500 sono destinati ad un declino nel lungo periodo, anche se nel breve non ci siamo ancora.
Il settore dell’acciaio
Un settore di investimento relativamente conveniente e di cui pochi parlano è il settore dell’acciaio, settore quasi assente nei indici a capitalizzazione più diffusi come l’indice world. Non esistono fondi o ETF specializzati su questo settore.
Sotto viene confrontato il rendimento del settore acciaio rispetto allo S&P500. Dopo oltre 10 anni di declino, dal 2020 il settore acciaio ha iniziato a sovra-performare rispetto allo S&P500, in coincidenza con il rialzo di inflazione e dei tassi di interesse. Non dobbiamo dimenticare che il settore acciaio ha un rapporto tra prezzi ed utili di circa 4, mentre lo S&P 500 si trova ad un rapporto di oltre 25 (sopra).
Grafico: rapporto tra il settore acciaio (steel) e l’SP500:

Come si riconosce l’euforia?
Nel periodo 2018–2020 gli indici obbligazioni globali si trovavano ad un livello di estrema sopravvalutazione; infatti per la prima volta nella storia, le obbligazioni con rating solido (investment grade) avevano un rendimento nominale di zero. Eppure gli investitori non sembravano preoccupati. Personalmente avevo evidenziato la sopravvalutazione del mercato obbligazionario nel 2020 , però molti investitori restavano convinti che l’investimento obbligazionario fosse un investimento “sicuro”.
Oggi, dopo un ribasso del mercato obbligazionario di oltre il 25% , dovuto al tasso di inflazione in forte salita negli ultimi anni, molti investitori in obbligazioni continuano ad essere convinti che sia sufficiente tenere questi titoli a scadenza per recuperare l’investimento. In termini nominali, è vero che si recupera, però in termini reali, mantenere a scadenza obbligazioni acquistate quando avevano un rendimento poco sopra lo zero risulterà probabilmente in una forte perdita di potere di acquisto nel tempo.
Sgonfiata la bolla obbligazionaria, ora sembra che ci sia una situazione di euforia per quanto riguarda l’investimento nell’indice azionario globale, che investe principalmente nello S&P500.
L’andamento dello SP500 oggi sembra molto simile all’andamento del Nikkei nel 1989, che poi subì un mercato ribassista trentennale. Sotto viene riportato il rapporto tra il controvalore del mercato azionario Usa ed il PIL, indicato come l’indicatore di Warren Buffett. Il mercato azionario Usa non ha mai avuto una valutazione così elevata rispetto al PIL e per così tanto tempo come avviene da oltre 10 anni, probabilmente a causa di una politica di tassi di interesse troppo bassi per troppo tempo.

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